Lahiri Mahasaya

 

Non si conosce la data esatta di nascita di Lahiri Mahasaya (si presume il 30 settembre 1828). Shyama Charan Lahiri nacque nel villaggio di Ghurani, in Bengala nella casta dei Brahmini.

Visse in questo villaggio fino all'età di cinque anni. Si dice che fin da giovanissimo cercasse la solitudine e sedesse nella posizione del loto. Il padre si trasferì a Benares, dove nel quartiere di Mandanapura acquistò una casa. Perse la madre in giovane età. Più tardi sposò Kashi Moni, figlia di un Pundit.

Dall'età di 23 anni, Lahiri lavorò come funzionario al "Public Works Department Military Engineering works", servizio inglese che forniva munizioni all'esercito e costruiva ferrovie.

Lavorò in diverse città: Gajipur, Mirjapur, Baksar, Danapur, Ranikhet. Quando nel 1852 il dipartimento fu trasferito a Kashi (Benares), Lahiri vi andò ad abitare. Nel 1864 comprò una casa a Gorureswah e vi dimorò fino alla morte. L'avvenimento più meraviglioso della vita di Lahiri Mahasaya fu l'incontro con il Suo Guru Babaji.

Un giorno egli ricevette la notizia di un impiego a Ranikhet, presso Nainital, un luogo nell'Himalaya a 800 chilometri dalla sua abitazione. Pare che Lahiri avesse 33 anni. La nuova occupazione, che consisteva nel sorvegliare i lavori e nello scrivere delle lettere, gli lasciava del tempo libero. Perciò si domandò se vi fossero dei sadhu (monaci erranti, mendicanti) in quella zona e chiese notizie ad una persona del luogo, che rispose: "Si, ce ne sono. Alla sommità della collina vivono dei sadhu che ci fanno servizi e ci curano se siamo malati. Noi portiamo a loro talvolta del cibo". Lahiri ebbe il desiderio di incontrarli.

Un giorno, terminato il lavoro, si incamminò per la montagna, accompagnato dalla persona del luogo. Alla sommità di una collina poco elevata, questi gli disse: "E' là che vivono i sadhu..." e lasciò Lahiri, che continuò da solo la strada in montagna, con grande fatica fisica e mentale. L'oscurità stava scendendo ed egli cominciava a preoccuparsi. In quel momento apparve un giovane sadhu che sembrava aspettarlo. (La descrizione dell'incontro tra Lahiri Mahasaya e il Suo Guru Babaji è magnificamente descritta nel libro: Paramahansa Yogananda, “Autobiografia di uno Yogi” (Astrolabio/Ubaldini), nel capitolo "Il convegno incantato sull'Himalaya", al quale si rimanda).

La missione di Lahiri Mahasaya consistette nella diffusione del Kriya Yoga, la millenaria tecnica di meditazione ricevuta dal Suo Guru. Il primo discepolo di Lahiri fu un giardiniere di Benares. In seguito, molti fedeli si recarono da lui per ricevere l'iniziazione. Lahiri accettava tutti: brahmini, kshatryas, intocacbili, musulmani, inglesi, re o maharaja.

Andò in pensione nel 1880 e visse sempre nella sua casa di Benares i successivi 15 anni. Passò la maggior parte del suo tempo in meditazione. Grazie alla sua profonda intuizione spirituale, Lahiri interpretò spiritualmente 22 libri: 6 di filosofia, qualche Upanishad, la Bhagavad-Gita e altri.
Entrò nel mahasamadhi il 26 settembre 1895.