Swami Sri Yukteswar

 

 

Swami Sri Yukteswar fu l’amato guru di Paramahansa Yogananda. Egli fu un esempio perfetto dell’antico retaggio dei saggi illuminati dell’India, è venerato come Jnanavatar (incarnazione della saggezza), da coloro che in tutto il mondo si sono sentiti ispirati dalla sua vita e dai suoi insegnamenti. Egli ha dimostrato di aver raggiunto il dominio di sé e la realizzazione divina, la più alta meta di tutti i ricercatori della verità che si sono succeduti nel corso dei secoli.

Nell’Autobiografia di uno Yogi, Paramahansa Yogananda descrive gli anni vissuti nell’ashram di Sri Yukteswar a Serampore, India, dove fu sottoposto ad un’intensa disciplina spirituale.

Parlando del suo Guru, Yogananda dice: "Ogni giorno trascorso con lui costituiva una nuova esperienza di gioia, di pace e saggezza… Sri Yukteswar era riservato e concreto. Non vi era nulla in lui del visionario vago e sognatore. I suoi piedi erano poggiati sulla terra, la sua mente era ancorata nel porto del cielo. Le persone pratiche risvegliavano la sua ammirazione. ‘Santità non è sinonimo di ottusità! Le percezioni divine non ci rendono incapaci!’, diceva. ‘Esprimere attivamente la virtù rende più acuta l’intelligenza’.

"L’intuito di Sri Yukteswar era così penetrante che, senza soffermarsi sulle parole, egli spesso rispondeva ai pensieri che non erano stati espressi… Oso affermare che Sri Yukteswar sarebbe stato il guru più apprezzato dell’India se le sue parole non fossero state così schiette e taglienti.

"È stato sorprendente scoprire che un Maestro dotato di una volontà così indomabile potesse essere tanto calmo interiormente. Egli rispondeva alla definizione vedica di un uomo di Dio: ‘Più delicato di un fiore nell’esprimere la gentilezza; più forte del tuono nel difendere i princìpi’".

Nato a Serampore, vicino a Kolkata (Calcutta) nel 1855, lo Swami Sri Yukteswar (al secolo Priya Nath Karar) fin da bambino dimostrò un’acuta intelligenza e una profonda sete di sapere. In seguito, la ricerca della verità lo condusse fino al grande Maestro Lahiri Mahasaya di Varanasi (Benares), il primo nei tempi moderni ad avere insegnato senza restrizioni il Kriya Yoga e affermato che questa antica scienza di meditazione è il mezzo più efficace per ottenere la realizzazione di Dio. Con la guida di Lahiri Mahasaya e attraverso la pratica del Kriya Yoga, Sri Yukteswar raggiunse il più alto livello spirituale.

Un santo con una visione veramente universale, Sri Yukteswar si rese conto che una sintesi fra l’eredità spirituale dell’Oriente e la scienza e la tecnologia dell’Occidente avrebbe notevolmente contribuito ad alleviare le sofferenze materiali, psicologiche e spirituali del mondo moderno. Egli era profondamente convinto che si sarebbero potuti fare progressi straordinari, sia sul piano individuale sia su quello internazionale, grazie allo scambio delle caratteristiche migliori di entrambe le culture. Queste idee si concretarono durante l’eccezionale incontro con Mahavatar Babaji, il guru di Lahiri Mahasaya. Nel suo classico spirituale “La scienza sacra” Sri Yukteswar dimostra e spiega l’evoluzione universale della coscienza, dell’energia e della materia, ossia, l’intera gamma delle esperienze che chiamiamo vita.

Nel 1910 Sri Yukteswar incontrò il discepolo che Babaji aveva promesso di mandargli per diffondere lo Yoga in Occidente: Mukunda Lal Gosh, a cui Sri Yukteswar conferì in seguito il nome monastico di Paramahansa Yogananda. Nel 1920 lo Swami Sri Yukteswar inviò il suo discepolo Yogananda in America per far conoscere ai ricercatori della verità di tutto il mondo la scienza liberatrice del Kriya Yoga. A questo scopo Sri Yogananda fondò la Self-Realization Fellowship e la Yogoda Satsanga Society of India.

Nel 1935, Paramahansaji ricevette un richiamo mentale da parte del suo Guru – un presagio che la vita di Sri Yukteswar stava per concludersi – e così ritornò in India per una visita di un anno. Il seguente brano, tratto dal racconto che Richard Wright, fratello di Sri Daya Mata (Presidente della Self-Realization Fellowship) e uno dei due discepoli americani che accompagnarono Paramahansaji nel suo viaggio, offre una descrizione personale di Sri Yukteswar: "Percepii subito nel caldo sorriso e nello sguardo scintillante di Sri Yukteswar la santità di una grande anima. Nella sua conversazione, dal tono gioviale oppure serio, si coglie immediatamente la sicura certezza dei giudizi, l’impronta del saggio che sa di sapere perché conosce Dio. La sua profonda saggezza, la forza della sua volontà e della sua determinazione si rivelano in ogni atto e in ogni parola".
Sri Yukteswar entrò nel
mahasamadhi (la cosciente uscita finale dal corpo di uno yogi) il 9 marzo 1936. Il giornale più importante di Kolkata (Calcutta), l’Amrita Bazar Patrika riportò con queste parole il resoconto del servizio in sua memoria: "Oggi l’India è veramente più povera, perché ha perso un essere così grande. Possano, tutti coloro che hanno avuto la fortuna di essergli stati vicini, imprimere in se stessi il vero spirito della cultura indiana e della sadhana (sentiero di disciplina spirituale) che egli personificava".