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Il Massaggio Miofasciale è uno dei massaggio "Occidentali" più vicino al concetto orientale di integrazione tra le varie parti dell'individuo.
Quando parlo di individuo, mi riferisco a 5 aree: Corpo, Pensieri\emiozioni, Energia, Chimica, Spirito.
Ognuno di questi fattori influenza ed è influenzato dagli altri, per questo motivo un approccio solo sintomatico, non consente (a parere di tutte le Arti della Salute), il pieno recupero e la risoluzione di un disagio, perchè occorre risalire alla causa ed essere ciò Olistici (dal greco il tutto).
Quindi solamente un apporoccio causale può risolvere in modo definitivo in dolore, disagio ecc..
per questo motivo anche se un problema è dichiarato fisico, corporeo... noi operatori olistici ci occupiamo anche delle emozioni, dell'energia ecc.
Voglio farvi portare l'attenzione su alcuni cenni di anatomia molto importanti per capuire meglio le funzioni di questa tecnica di massaggio e i suoi grandi benefici.
La contrazione muscolare ha bisogno del concorso equilibrato di numerosi sistemi per potersi esprimere al meglio e nel rispetto delle leggi che ne regolano l'esecuzione (legge dell'equilibrio, dell'economia e del non dolore).
• I grandi sistemi che entrano in gioco, con livelli di interferenza e funzioni differenti, sono: il SISTEMA NERVOSO, il SISTEMA ENERGETICO, il SISTEMA CIRCOLATORIO, le FASCE, I'APPARATO LOCOMOTORE, il SISTEMA ENDOCRINO, a tutto ciò vanno aggiunti numerosi altri fatti, prodotti da importanti relazioni riflesse, che influendo sulla funzionalità degli organi interni, creano dei limiti oggettivi al movimento.
(Per es. un colon teso e dolente influenza per via metamerica la muscolatura lombare, che reagisce con I'ipertono riducendo di fatto la flessione anteriore del busto).
Quando si prende in considerazione I'APPARATO LOCOMOTORE, ed in particolare la componente MUSCOLARE e FASCIALE, dobbiamo ricordare che l'organismo è altamente specializzato per reagire proponendo (e mettendo in atto), continui adattamenti rispetto a stimoli fisici che provengono sia dall'ambiente interno che da quello esterno.
Non bisogna dimenticare, però, che è anche estremamente reattivo nei confronti di stimoli che provengono dalla sfera EMOZIONALE, SENTIMENTALE, SPIRITUALE.
La somma di tutte queste influenze predisporrà ad una POSTURA (adattamento sul piano sagittale), ricavata da una STRUTTURA (dotazione genetica individuale - sviluppo sul piano frontale), con il coinvolgimento della componente psichica I0-COSCIENZA (evoluzione sul piano orizzontale).
Si può concludere che l'individuo, considerato in un particolare momento, risulta essere un coordinato insieme con alla base una STRUTTURA particolare (eredità genetica), sottoposta ad una serie di esperienze giornaliere che hanno prodotto una POSTURA (di adattamento) la quale soggiace altresì allo PSICHISMO (influenze di carattere etico - morale- religioso - spirituale - politico - razziale ecc.) che condiziona il presente ed il futuro.
Ci troveremo, quindi, di fronte una persona sulla quale potremo leggere la presenza di sbilanciamenti di vario genere (strutturali, funzionali. energetici, posturali ecc.), che produrranno, inevitabilmente, una serie di BLOCCHI con conseguenze piu' o meno evidenti od apprezzabili sia sotto l'aspetto funzionale che strutturale.
I blocchi altro non sono che tensioni muscolari croniche. Essi, per lo più, compaiono nella muscolatura striata o volontaria la quale normalmente è soggetta al controllo dell'I0. (Comunque anche la muscolatura liscia, soprattutto quella relativa ai visceri addominali, si dimostra molto reattiva in riferimento alle relazioni psicosomatiche).
II controllo cosciente dell'I0 può venire a mancare quando la tensione, presente in un gruppo di muscoli diventa cronica.
Ciò non vuol dire che questo venga così abbandonato, ma solo che si è passati dal livello conscio a quello inconscio (il soggetto non si rende conto di aver assunto un atteggiamento inadeguato, frutto di un meccanismo di adattamento).
II controllo inconscio dell'Io funziona come una sentinella o una guardia su cui l'Io, o personalità, non ha più l'autorità che vantava prima.
II tutto funziona ormai, all'interno della personalità, come un'entità indipendente, che acquista potere in proporzione diretta all'aumentare delle tensioni croniche del corpo. Questo passaggio dal livello conscio a quello inconscio rappresenta, del resto, un intelligente espediente della natura che in questo modo interviene in maniera congrua e nel rispetto delle già citate leggi.
L'individuo che porta in sé uno o più blocchi (di qualsiasi origine essi siano), quando questi si siano evoluti fino allo stadio cronico, perde la percezione della loro presenza e quasi non avverte nemmeno più il dolore. Quello che in realtà succede è che la soglia del dolore si modifica per le eccessive e prolungate sollecitazioni (saranno necessari stimoli sempre più intensi per poter superare la barriera minima).
Una cosa altrettanto importante risiede nel fatto che fra i meccanismi di adattamento utilizzati alcuni saranno orientati selettivamente a ridurre l'ampiezza del movimento nei distretti interessati, evitando così abnormi trazioni fasciali che risveglierebbero un dolore acuto (i recettori nervosi, in particolare quelli del dolore, sono situati prevalentemente a livello fasciale).
Tutto l'organismo, nel suo insieme, si mobilita per reagire nel modo migliore ad una situazione di stress che sia stata sufficientemente intensa e prolungata da far scattare i meccanismi di difesa.
II fattore tempo riveste un ruolo molto importante nella gestione autonoma del riequilibrio posturale. Una situazione di tensione cronica (blocco), protratta per un intervallo di tempo prolungato, induce nell'individuo una serie di modificazioni anche piuttosto importanti. Accade così che tutte le grandi funzioni entrano in questo gioco di riequilibrio, coinvolgendo nel contempo anche l'aspetto psichico.
AI contrario il fenomeno potrebbe prendere l'avvio dal versante psichico per poi chiamare in causa gli altri aspetti (biochimico, strutturale, miofasciale, energetico, vascolare, neurologico ecc.).
Fra le più probabili e frequenti risposte di adattamento agli sbilanciamenti cronici troviamo senzaltro gli INESTETISMI.
Gli inestetismi rappresentano sempre l'evidenza di qualche sbilanciamento di tipo strutturale, posturale, energetico, psichico ecc., e si comportano in maniera molto logica tenendo conto sia dell'eredità genetica che dell'evoluzione individuale (in questo caso per evoluzione individuale si intende lo stile di vita e cioè i rapporti sociali, l'alimentazione, l'abitudine o meno a praticare qualche sport ecc.). In aggiunta a tutto ciò sono da tenere in considerazione anche eventuali accadimenti patologici o traumatici.
II tipo di inestetismo dipenderà, perciò, dalla soluzione fasciale adottata. Sarà quindi la FASCIA, nella ricerca di un adattamento compatibile, che gestirà ed orienterà sia le strutture sia le varie funzioni organiche verso un nuovo equilibrio.
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